Proseguire con determinazione il percorso intrapreso

Venerdì 13 ottobre, i membri della Conferenza dei vescovi svizzeri si sono confrontati su temi di attualità nel corso di un’Assemblea straordinaria. Poiché il presidente, il vescovo Felix Gmür, è il delegato dei vescovi svizzeri al Sinodo di Roma, i membri hanno conferito in videoconferenza.

Il seguito dello studio pilota – commissionato dalla Chiesa – sugli abusi sessuali nei cerchi cattolici negli ultimi 70 anni è stato al centro delle discussioni. È emersa a più riprese l’urgenza di agire, di attuare in modo mirato le misure già decise e di esaminare altre opzioni per chiarire il trattamento degli abusi. Per realizzare tutto questo sono previsti colloqui esplorativi con Roma.

Attuazione delle misure già decise

A settembre, la CVS, la Conferenza centrale e il kovos hanno deciso diverse misure e la loro graduale attuazione. Due di queste sono già state attuate. Da un lato, gli studi storici proseguiranno negli anni 2024-2026 e saranno messe a disposizione le risorse finanziarie necessarie. Dall’altro, i membri della CVS hanno firmato un impegno volontario che garantisce la conservazione dei fascicoli relativi agli abusi.

Le altre misure sono state discusse in modo approfondito. Gli obiettivi formulati in questa occasione sono impegnativi e richiederanno più tempo. Tra questi, l’introduzione di un test psicologico attitudinale standardizzato per futuri sacerdoti, religiosi e laici al servizio della Chiesa, nonché la professionalizzazione della gestione dei fascicoli personali. Nei vari settori della formazione e d’impiego sono già in uso metodi di lavoro moderni, ma è necessario svilupparli e renderli più vincolanti.

La Conferenza dei Superiori dei Seminari della Svizzera è già stata incaricata di elaborare proposte concrete in collaborazione con esperti esterni alla Chiesa. Inoltre, gli specialisti del personale si assicureranno che i documenti dei fascicoli personali siano completi e gestiti in modo professionale. L’obiettivo è di attuare queste misure al più tardi entro la fine del 2024.

Infine, è stato preso atto che il vescovo Joseph Maria Bonnemain, su mandato del Vaticano, condurrà le indagini canoniche preliminari e sarà assistito in questo compito da uno specialista legale esterno alla Chiesa. Sono già stati avviati colloqui per incaricare questa persona.

Tribunale ecclesiastico

Proseguono i lavori per la creazione di un tribunale ecclesiastico penale e disciplinare per la Chiesa cattolica in Svizzera. Un tribunale di questo tipo esiste già in Francia. Questo tribunale non sostituirà le autorità giudiziarie svizzere, ma si occuperà esclusivamente delle sanzioni contro i membri del clero per le violazioni della legge ecclesiastica. Garantirà inoltre che nessun sacerdote colpevole sfugga alla punizione, anche se il caso è prescritto dalla legge statale. Il tribunale previsto è stato accolto favorevolmente da molte persone e organismi.

Il nunzio apostolico in Svizzera sta attualmente cercando di ottenere una data di discussione con le autorità competenti a Roma per metà novembre, in modo che la CVS possa portare avanti questo progetto.

Cambiare la cultura

Aprire le porte, avviare indagini e attuare misure: tutto nell’interesse della giustizia per le persone colpite da abusi e per la protezione dei giovani e del popolo di Dio nel suo complesso.

Un cambiamento culturale è effettivamente percepibile. Lo si può vedere molto chiaramente anche al Sinodo sulla sinodalità: uomini e donne laici partecipano alla pari. La Chiesa si sta muovendo verso un futuro aperto e guidato dallo Spirito Santo. Anche in Svizzera i vescovi non sono soli in questo compito e desiderano ringraziare tutti i fedeli collaboratori pastorali che – quotidianamente – lavorano con discrezione, gioia e pazienza in tutte le parrocchie e unità pastorali al servizio di tutti.

Il mondo soffre

La comunità cattolica chiede giustamente alla sua Chiesa di convertirsi. Tuttavia, non dobbiamo limitarci totalmente ed esclusivamente alla Chiesa come istituzione. La missione cristiana ed ecclesiale consiste nel dedicarsi umilmente agli altri, e soprattutto all’umanità sofferente. Il mondo è un luogo più grande e ovunque ci sono persone in guerra, che muoiono di fame, che perdono le loro case a causa di disastri naturali, che sono afflitte da regimi totalitari e che piangono i loro cari. I vescovi svizzeri lanciano un appello urgente a pregare costantemente per la pace e la misericordia di Dio, e adesso in particolare per l’Ucraina e la Terra Santa.

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