Il prof. Patrick Renz diventa direttore nazionale di migratio

Il servizio migratio della Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) annovera un nuovo direttore nazionale.

La CVS si rallegra del fatto che il prof. Patrick Renz ha assunto questo mandato dopo averlo esercitato ad interim da inizio anno, così che il progetto in corso di ristrutturazione del settore migrazioni in seno alla CVS potrà essere realizzato come previsto. Durante la 316a assemblea ordinaria di giugno, la CVS aveva deciso di consolidare la pastorale dei migranti nel nostro Paese. Assegnando questa posizione chiave, un passo notevole viene fatto in tal senso.

Patrick Renz-Mehr (1965) è dottore in scienze economiche e ordinario allʼuniversità di Lucerna ed ha diretto il Sacrificio Quaresimale prima di assumere la direzione interimale di migratio. Ha pure lavorato per dieci anni in un trust di articoli di consumo e si è fatto un’esperienza nell’amministrazione di medie imprese. Renz ha vissuto in dieci Paesi diversi ed ha lavorato in oltre 35.

Il 22 settembre scorso, il papa Francesco ha ricevuto a Roma i delegati della pastorale migratoria delle conferenze episcopali d’Europa (CCEE), manifestando la sua preoccupazione per le tendenze xenofobe che penetrano fin nelle parrocchie cattoliche. Il Santo Padre ha ricordato che la Chiesa si è diffusa su tutti i continenti grazie al contributo dei movimenti migratori e dei missionari. Questi erano peraltro ben consapevoli dell’universalità del messaggio di Gesù. Il papa sa che l’imbarazzo provato dinanzi al formidabile flusso di migranti in Europa va compreso alla luce delle crisi economiche che stiamo attraversando e che lasciano ampie ferite nel tessuto sociale. Nel contempo, tante diocesi riconoscono la ricchezza umana che procura la presenza di immigrati cattolici, uomini e donne, con il loro specifico apporto di convinzioni religiose ed entusiasmo per la liturgia e l’apostolato.

Il prof. Renz rappresentava la CVS a Roma e si è fatto portavoce d’un rafforzamento della pastorale dei migranti: “Se abbiamo paura del forestiero, non siamo soli – anche l’immigrato, l’immigrata che giungono da noi hanno paura. Se prendiamo spunto da questa somiglianza, la forza subentrerà alla paura per incontrare veramente l’altro;  una forza tale da camminare assieme verso il futuro in vista della comunione”.

Friburgo, 9 ottobre 2017

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