Messaggio dei vescovi e abati territoriali della Svizzera in occasione della Giornata del Malato 2021 (7 marzo 2021)

» Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli « (Mt 23,8).

Nel suo messaggio per la 29.a Giornata mondiale del Malato dell’11 febbraio di quest’anno (Nostra Signora di Lourdes), il Santo Padre affronta il tema del rapporto di fiducia tra le persone malate e coloro che le curano. In particolar modo condanna l’ipocrisia, intesa come l’attitudine di coloro che parlano ma non agiscono. La fede non si dovrebbe esprimere con parole sterili, dovrebbe invece tradursi in azioni concrete per andare incontro alle necessità del prossimo. In altre parole, papa Francesco parla della coerenza tra la fede e la vita. Dinanzi allo stato di bisogno in cui molte persone si sono ritrovate a causa della pandemia, il Papa ci esorta a offrire al nostro prossimo un ascolto attivo e ad aprirci alle sue necessità. Dobbiamo stabilire una relazione diretta e personale con gli altri, lasciarci coinvolgere dalla loro sofferenza sino a farcene carico nel servizio.

Come espone papa Francesco, la malattia ci ricorda che siamo vulnerabili. La salute non dipende dalle nostre proprie capacità. La malattia ci obbliga a interrogarci sul senso della vita, a cercare un nuovo significato e una nuova direzione da dare alla nostra esistenza o alla nostra morte. In questo contesto il Papa ci ricorda in modo particolare la figura biblica di Giobbe: le persone che lo circondano acuiscono la sua sofferenza con risposte e consigli ben pensati ma sbagliati. Infine DIO stesso gli mostra che la sua sofferenza non è né una punizione divina né uno stato di lontananza da DIO.

Per Giobbe acquisire questa consapevolezza significa vedere DIO.

Inoltre il Santo Padre ricorda l’inadeguatezza strutturale dei sistemi sanitari in molti Paesi, fattore che avrebbe reso più evidente la pandemia. Mette l’accento sull’accesso alle cure, soffermandosi sugli anziani, le persone fragili, i vulnerabili. Fa appello a coloro che prendono decisioni politiche affinché rendano accessibili le risorse necessarie. Il Papa ricorda anche gli innumerevoli volontari e professionisti che con spirito di sacrificio e senso di responsabilità hanno avuto il coraggio di guardare in faccia la sofferenza e farsi carico in modo concreto delle ferite dei pazienti.

Questa vicinanza è necessaria e allevia le pene. Per papa Francesco è l’espressione dell’amore di Cristo, che non deve essere vissuto solo in modo individuale ma anche in forma comunitaria, come fratellanza. Questo amore non abbandona nessuno, include tutti e accoglie specialmente i più fragili. Un’altra parola che entra in gioco in questo contesto è «solidarietà», che per il Santo Padre significa guarigione tramite l’inclusione. La solidarietà deve essere plasmata con la fiducia, il rispetto, la sincerità e la disponibilità. Il Papa ci ricorda che Gesù operava le guarigioni non con gesti magici ma con la Sua presenza: il presupposto della guarigione era la relazione con GESÙ, ossia la fede di chi accoglie la Sua persona. Per questa ragione GESÙ ripeteva spesso: «La tua fede ti ha salvato!»

Il Papa non si stanca di ripetere che nessuno dovrebbe essere lasciato solo o emarginato. La società dovrebbe agire come una collettività in questo senso, fissare l’obiettivo di non far sentire nessuno escluso o abbandonato. Come sempre il messaggio papale si conclude con un riferimento a Maria, che nella litania lauretana viene invocata dalla Chiesa come madre di misericordia e salute degli infermi.

Friburgo, 21 gennaio 2021

 

Per conto della Conferenza dei vescovi svizzeri

+Marian Eleganti

Giornata del Malato 2021