Appelle delle Chiese cristiane e della Comunità ebraica in occasione della Domenica dei rifugiati e del Sabbat dei rifugiati 2020

Non è una generazione perduta

«Rendete giustizia all’orfano»
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Oltre la metà dei rifugiati nel mondo sono bambini. In gran parte sono in viaggio senza genitori o parenti oppure sono stati separati da loro durante la fuga. Oltre 5,6 milioni di siriani, tra cui oltre 2,5 milioni di bambini, hanno dovuto lasciare la loro patria e sono registrati come profughi in Giordania, Libano, Egitto, Iraq e Turchia. Altri 6,2 milioni di siriani vivono come sfollati nel proprio Paese. Secondo l’UNICEF, il 60 per cento di questi bambini ha bisogno di aiuti umanitari, 2 milioni di bambini non possono andare a scuola e 3, 3 milioni di bambini sono esposti al costante pericolo delle mine.

I bambini sono il futuro della comunità umana e sono sotto una protezione speciale. Du- rante la fuga i bambini li perdono entrambi: lo status di protezione privilegiato e la pro- spettiva di un futuro, che sia il loro, che sia forgiato da loro. Per le precarie condizioni di vita i bambini rifugiati diventano una generazione perduta. Perdendo i bambini, i Paesi da cui sono dovuti fuggire i bambini perdono il proprio futuro. Dal modo in cui noi ci occu- piamo dei bambini rifugiati dipende se i loro Paesi di origine potranno in futuro tornare a essere la loro patria. I bambini sono infatti l’unico fondamento su cui le regioni di crisi di oggi possono costruire la loro speranza di un domani di pace e dignità umana.

In palese contrasto con ciò, la gestione dei bambini rifugiati. Molti bambini, non accompa- gnati o separati dai propri congiunti, che tra il 2017 e il 2019 sono arrivati in Europa at- traverso il Mediterraneo sono stati respinti in Libia e lì imprigionati in condizioni terribili. Nei campi profughi e nei centri d’accoglienza europei raramente si fa una distinzione tra bambini e adulti. Questo vuol dire che i bambini sono alla mercé di violenza e di abusi da parte degli adulti tanto quanto in balìa di autorità e di una burocrazia che presta solo poca o nessuna attenzione agli specifici bisogni dei bambini.

Le Chiese cristiane e la Comunità ebraica in Svizzera si rivolgono con un appello alla poli- tica e al diritto affinché le raccomandazioni dell’UNHCR vengano attuate e rispettate. Le priorità: 1. Adeguato collocamento dei bambini nei centri di accoglienza; 2. Nessuna de- tenzione per l’immigrazione di bambini; 3. Informazioni complete nella lingua e al livello dei bambini; 4. Sostegno individuale ai bambini, non accompagnati o separati, da parte di personale qualificato; 5. Accesso costruttivo alla formazione; 6. Ricongiungimento fami- liare accelerato.

Nelle Scritture ebraiche e cristiane, i bambini sono una benedizione di Dio. Questa distin- zione, che vale per tutti i bambini, ci ricorda ciò che noi dobbiamo a loro. I bambini sono sempre le vittime più innocenti e deboli della discordia e della violenza umana. I loro de- stini sono i sismografi del nostro futuro. Le prospettive della nostra vita dipendono dalle speranze di vita dei bambini, dono di Dio.


Esther Gaillard
Vice presidente della Chiesa evangelica
riformata in Svizzera CERS               

Vescovo monsignor Dr. Felix Gmür
Presidente Conferenza dei vescovi svizzeri

Vescovo monsignor Dr. Harald Rein
Chiesa cattolica cristiana della Svizzera

Dr. Herbert Winter
Presidente Federatione svizzera delle comunità
israelitiche
Domenica e Sabbat dei rifugiati 2020